NATs si organizzano in Bolivia

18/02/2011 - 18/06/2011

 

BOLIVIA : FOREIGH POLICY, POTENTE RIVISTA A LIVELLO MONDIALE, RACCONTA PERCHE’ I RAGAZZI LAVORATORI RECLAMANO I PROPRI DIRITTI ATTRAVERSO IL SINDACATO UNATSBO


Cristiano Morsolin, esperto dell’Osservatorio sull’America Latina SELVAS, sottolinea che “anche Foreign Policy, influente mass-media a livello mondiale, racconta la storia del Movimento dei bambini/e adolescenti lavoratori organizzati”.


I ragazzi/e lavoratori, “lucidascarpe a La Paz con una maschera da sci, in parte per resistere all’inquinamento, in parte per celare la propria identità; controllori delle tariffe sui bus di Cochabamba; lavoratori nei mercati di Salar de Uyuni, dove vendono bottiglie d’acqua ai turisti che visitano le pianure di sale; coltivatori di noci brasiliane per molti mesi all’anno rischiando malaria, morsi di serpente e ferite da machete, nelle giungle vicino a Riberalta”, si stanno organizzando in una associazione sindacale per pretendere dal governo il rispetto dei propri diritti, considerando che la costituzione permette il lavoro minorile in condizioni dignitose (vedi: www.agimondo.it/.../200901281509-cro-rt11213-art.html ).

“Siamo in stato d’agitazione”, ripete Ernesto Copa, che ha 17 anni e di mestiere fa il segretario dell’UNATSBO, il principale sindacato della manodopera minorenne boliviana: “I bambini boliviani sono entrati in massa nel mercato del lavoro dopo che la privatizzazione delle industrie nazionali ha espulso oltre 100.000 adulti fuori”, sottolinea Foreign Policy; “oggi il lavoro minorile è prassi. Le statistiche indicano che oltre 800.000 bambini hanno un lavoro full time, in Bolivia”, dice la rivista di politica internazionale. E sebbene dal 1995 sono state le organizzazioni non governative a prendersi cura dei ragazzi, mano a mano sono stati gli stessi lavoratori a capire che era ora di mettersi in marcia per reclamare il proprio destino. “Oggi la UNATSBO ha sezioni in 6 dei 9 stati che compongono la Bolivia, e ha centinaia di membri nella sola Potosì”, la cittadina mineraria principale del paese, dove ha sede la famosa Cherro Rico, lo scavo già soprannominato “la collina del benessere” che fin dal 16mo secolo inviava argento ed altri metalli preziosi in Spagna e nel vecchio continente, prima di essere surclassata dalla concorrenza messicana (vedi articolo integrale allegato in inglese).
 

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