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02/03/2012

 

Incontri, giovedì 2 febbraio 2012

 

IPM, una sigla il cui significato non è forse così noto a molti: Istituto Penale Minorile.

E forse non sono nemmeno pochi i trevigiani che ignorano che nella nostra città esiste un Istituto Penale Minorile, che esso è un luogo reale, dentro al quale vive, e in parte lavora, una piccola comunità fatta di persone, che per diverse ragioni si trovano a trascorrere all’interno delle sue mura e del suo recinto un pezzo delle loro vite.

Alcuni di noi per la prima volta, nella mattinata di giovedì 2 febbraio, hanno avuto l’occasione, che da subito ci è parsa di quelle davvero preziose (un privilegio), di attraversare una soglia che non è di norma liberamente varcabile ma introduce appunto in un “istituto di pena”, per persone che nella loro giovane vita si sono ritrovate a compiere, o a essere sospettate di aver compiuto, azioni non consentite dalla legge... Vite spesso estremamente complicate, sempre, in diverso modo, dolorose. E stiamo parlando di bambini, ragazzi, giovanissimi, dagli sguardi spaventosamente intensi e insieme persi in un altrove di cui noi pressoché nulla sappiamo.

Siamo entrati in questo “luogo di vita del tutto speciale per incontrare i ragazzi che partecipano alla Bottega Grafica IPM”, importante iniziativa che ha preso il via nel 2003, grazie, in particolare, alla collaborazione con l’Istituto Turazza ENGIM Veneto, progetto che coniuga formazione, lavoro e incontro, tra i ragazzi che vivono nell’Istituto e le attività di enti e associazioni di volontariato sul fronte di progetti grafici (pubblicitari, comunicativi, editoriali) in un’ottica solidale e insieme di qualità professionale.

Per NATs per... i ragazzi della Bottega hanno già realizzato l’impaginazione del primo numero della rivista “Altre frontiere” (2011), e lintenzione è ora di proseguire in un percorso di collaborazione che è formativa non solo per i ragazzi della Bottega ma anche per noi. Questo primo incontro diretto, con A., S., L. e M. (oltre che con Christine Gaiotti, formatrice e responsabile della Bottega Grafica, e Maria Catalano, responsabile dell'area tecnica e pedagogica dell'IPM, che li accompagnano e guidano con grande umanità e professionalità), ha dato uno slancio nuovo alla relazione già instaurata a distanza; è stata per noi (Elisa, Francesco, Patrizia, Susi) una esperienza breve, semplice ed emozionante, ricca di quello che possiamo forse banalmente chiamare calore umano e che dà appunto un senso agli incontri fatti con mani e occhi aperti verso l’altro; aver incrociato gli sguardi di questi ragazzi che ci attendevano con la voglia di conoscerci e dirci, anche nella timidezza e con poche parole ma molti sorrisi, il loro desiderio di continuare a lavorare insieme, ci conferma di aver intrapreso una iniziativa non banale, e soprattutto reciprocamente buona, nella quale vale la pena di proseguire, con lauspicio di essere in grado di fare la nostra parte non solo per qualche parentesi veloce ma in una prospettiva lunga di continuità. Questi ragazzi hanno il diritto e il bisogno di credere che fuori di quelle mura ci sia non un mondo ostile chiuso e giudicante, bensì aperto al dialogo e capace di comprensione e di fiducia nella possibilità di cambiamento per ognuno, un mondo reale pronto dunque a riaccoglierli dando loro delle possibilità di realizzazione personale, anche proprio attraverso l’amicizia e il lavoro.

Il proposito è ora di rendere periodiche e abbastanza frequenti, compatibilmente con le regole dell’Istituto e gli impegni di tutti, le nostre visite alla Bottega, in un’ottica di dialogo e di progetti da realizzare in una maggiore condivisione e conoscenza reciproca.

Anche attraverso il nostro sito vogliamo ringraziare questi ragazzi per essersi aperti a una esperienza nuova, di crescita e di incontro, anche con noi.

Patrizia 

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