Lettera amica e uno sguardo al Medio Oriente

21/09/2016

L’ultima lettera che abbiamo ricevuto in associazione viene dalla Turchia, in particolare da Izmir. Poco sentiamo parlare della situazione dell’infanzia in quei luoghi, ma a raccontarci un po’ della situazione dei giovani, delle loro difficoltà e della loro voglia di cambiamento è un vecchio amico di NATs per…, Christopher Dowling,  un ragazzo che era partito per il Venezuela qualche anno fa, e che ora sta vivendo una intensa esperienza nel paese turco…

 

Questo il suo racconto e qualche notizia sul nuovo progetto che sta seguendo, oltre ad alcuni articoli di approfondimento sulla situazione dell'infanzia nel paese…

 

02 agosto 2016


Salve,

ho ottenuto i vostri contatti da una mia vecchia compagna di corso dell'Università di Padova.
Forse mi conoscete già, ho fatto un'esperienza in Venezuela nel 2009 con la CORENATs e mi ero appoggiato a voi di NATs per… per avere i contatti necessari.


Vi scrivo per parlarvi di un progetto che sto iniziando a Smirne, in Turchia, con cui vorrei iniziare un processo lavorativo ed educativo per ragazzi siriani lavoratori qui in città, e per cui sto cercando supporto soprattutto pratico e teorico.
Da quasi due anni vivo in Turchia e da 9 mesi mi sto impegnando in alcuni progetti a sostegno di rifugiati a Izmir (Smirne), dove insieme ad un collettivo locale abbiamo aperto un centro comunitario per una delle zone a più alta concentrazione di rifugiati.
Si chiama Kapilar e potete seguirci su Facebook: https://www.facebook.com/izmirkapilar/?fref=ts
Da un paio di mesi mi sto interessando personalmente anche alla situazione dei bambini siriani lavoratori. È un fenomeno molto diffuso in Turchia, ed esiste da molto prima dell'arrivo dei rifugiati siriani, ma con l'arrivo di 3 milioni di Siriani negli ultimi 5 anni, la situazione ha preso una connotazione ancora più forte e marcata.

 

Recentemente vi sono stati alcuni studi e ricerche da parte di ONG e giornalisti sulla situazione dei bambini lavoratori siriani, soprattutto nelle zone del sud est del paese, lungo il confine con la Siria.
La Business and Human Rights Resource Centre ha inviato un questionario a 28 grosse marche europee che producono vestiti anche in Turchia per ottenere informazioni sull'assunzione di rifugiati siriani nelle loro fabbriche. A gennaio H&M e Next hanno ammesso di aver scoperto la presenza di bambini siriani in alcune delle loro fabbriche.

Nonostante questi casi si verificano per lo più intorno a Gazi Antep o altre città turche lungo il confine con la Siria, nei prossimi mesi vorrei ricercare più a fondo la situazione a Izmir, dove ci sono comunque molti bambini lavoratori.

Intorno a Izmir vi sono diversi quartieri e città con alte concentrazioni di botteghe e fabbriche tessili che producono per il mercato locale ma anche per grosse marche internazionali.
 

Alcuni approfondimenti usciti all’interno di varie riviste internazionali e nazionali:

 

https://www.theguardian.com/sustainable-business/2016/jan/29/hidden-child-labour-syrian-refugees-turkey-supplying-europe-fast-fashion

http://business-humanrights.org/en/responses-by-garment-brands-to-our-questionnaire-on-the-treatment-of-syrian-refugees-in-turkish-supplier-factories#c133382

 

https://business-humanrights.org/en/responses-by-garment-brands-to-our-questionnaire-on-the-treatment-of-syrian-refugees-in-turkish-supplier-factories#c133382

 

http://www.aibi.it/ita/images/altroconsumo-5-settembre.pdf

 

Il nostro progetto: DERI'DA
Da un mese circa ho avviato un progetto insieme ad un mio amico curdo che fa parte del collettivo del centro comunitario, Kapilar. Lui si chiama Baran ed è un maestro della lavorazione del cuoio. Insieme abbiamo aperto una piccola bottega, Deri'Da (dal turco "deri": cuoio) dove produrremo borse, accessori, portafogli ed altri prodotti in cuoio che venderemo sia in Turchia che in Europa attraverso alcuni canali dell'equo solidale, ma non solo, che stiamo iniziando ad attivare.
Il laboratorio si trova nella zona del vecchio mercato di Izmir, dove si trovano molte altre piccole fabbriche tessili del centro di Izmir, e dove lavorano anche molti bambini e ragazzi siriani.
L'idea del progetto è di inserire un paio di ragazzi siriani adolescenti, attualmente in condizioni di sfruttamento lavorativo, a lavorare con noi come apprendisti, imparare un mestiere seriamente, lavorando part-time e garantendo loro il proseguimento degli studi scolastici, oltre ad un salario dignitoso.
Un ragazzo Siriano che lavora in una fabbrica tessile guadagna mediamente 600 lire turche, circa 200 euro, lavorando in media oltre 60 ore alla settimana (10-12 ore al giorno, 6 giorni della settimana). Con noi, lavoreranno 5 ore al giorno, 5 giorni alla settimana, guadagnando 800 lire turche (circa 270 euro, un salario part-time medio), e ci impegneremo a garantire il loro reinserimento nella scuola.

Siamo riusciti a raccogliere i fondi per avviare l'attività e anche per garantire il salario a due ragazzi siriani per almeno i prossimi due mesi. In questo momento mi sto impegnando per trovare canali di vendita dove proporre i nostri prodotti, ma soprattutto vorrei trovare canali di supporto e solidarietà con altre realtà che si occupano dei diritti dei bambini lavoratori. Se per caso foste interessati a conoscere meglio la situazione ed iniziare un percorso di collaborazione, ne sarei felicissimo. Per qualsiasi domanda scrivetemi pure.


Un caro saluto,

Christopher Dowling

 

Vi invitiamo anche a visitare il loro sito http://www.deridaworkshop.com/

e la loro pagina Instagram, con alcune foto dei prodotti https://www.instagram.com/deridalab/

Banchetto Informativo